Tenuta di Artimino – Obicà Mozzarella Bar, Firenze – Giovedì 27 settembre 2018

Tra i luoghi preferiti per sollevarsi dalle fatiche quotidiane dai tempi dei Medici in Toscana, Artimino con la sua villa è una delle aziende più famose in Toscana proprio per la posizione panoramica di struggente bellezza con la “Villa dei Cento Camini” patrimonio mondiale dell’Umanità Unesco. Una realtà sempre attiva nel campo della beneficienza e nell’impegno verso il prossimo, ma anche nel ripercorrere e raccontare le tante storie che si sono snodate attorno al vino di Carmignano da qualche centinaio di anni a questa parte. Nel corso dell’anno sono tante le splendide giornate con i Medici e le loro storie e imprese ma anche spettacoli per ricreare il modo con cui vivevano ogni giorno e affrontavano le dure prove del loro tempo.

Un modo molto appassionante per ripercorrere le tradizioni di una delle famiglie che con il suo mecenatismo e la sua lungimiranza ha reso Firenze quella che è oggi, ovvero una delle città d’arte più famose al mondo, attraverso un racconto che si è snodato fra arte, affascinanti aneddoti, scenari giuridici e politici.
Si sono appena conclusi i primi 300 anni del vino Carmignano ma la Tenuta è oggi pronta a scendere in campo per almeno altrettanti 300 anni con i suoi vini: ne parliamo con Annabella Pascale.

Arriva l’autunno e il vino italiano si prepara ad un’altra stagione dove dovrà dimostrare di essersi saputo rinnovare come comunicazione e approccio al mercato: con quale vino vi presentate al “ritorno a scuola”? Su cosa punterete per l’immediato futuro?
Per noi sarà sempre all’insegna delle tipicità e del territorio. Ognuno ha le sue materie preferite e nel nostro caso il Carmignano è la disciplina in cui andiamo meglio, quella che ci appassiona. Crediamo nel valore di queste zone, delle differenze pedoclimatiche dei nostri vigneti, nel valore di una storia che pochi vini possono vantare. Anche la storia è una materia che ci piace. Il tema della comunicazione e dell’approccio al mercato ci sta particolarmente a cuore: ci teniamo a raccontarci in un modo diretto, a far percepire al consumatore chi siamo e dove vogliamo andare senza troppi tecnicismi. Il vino è condivisione e piacevolezza, bellezza e convivialità: su questo punteremo!

Cambiamento climatico e vignaioli italiani: come siamo messi per il futuro?
Fare vino oggi significa farsi trovare preparati. Studiare ogni terreno affinchè ogni reimpianto sia ragionato in base al microclima e alle sue caratteristiche. Riflettere con cognizione sulle forme di allevamento e sulla gestione della chioma. Significa anche non lavorare troppo i terreni, affinchè le piogge improvvise e violente non impattino troppo. Insomma significa applicare una viticoltura che è fatta sì di cuore e pancia, ma anche di testa, studio, professionalità, dove il caso non può dettare le scelte strategiche ma ci vuole una programmazione che tenga conto anche dei mutamenti climatici.

Avremo uno degli chef più famosi e comunicativi d’Italia, Alessandro Borghese, come consulente per il food della serata, raccontaci il piatto o la situazione più particolare cui hai visto abbinare il tuo vino. 
I nostri vini sono molto versatili. Il rosato ad esempio – il nostro Vin Ruspo – apre un ventaglio di abbinamenti fra i più diversi. Uno insolito – che si ispira ad un grande classico dei cugini d’Oltralpe – potrebbe essere quello del patè di fegatini con il Vin Santo Occhio di Pernice (un Carmignano Doc, con buona percentuale di uve rosse). Sulla falsa riga di Foie Gras e Sauternes, fegatini e Vin Santo è un abbinamento che combina alla perfezione la tendenza amarognola del fegato e la sua sapidità con la morbidezza e dolcezza del vino.

Vini in degustazione
Vin Ruspo Barco Reale Rosato di Carmignano Doc 2017

Ser Biagio Barco Reale di Carmignano 2017

Poggilarca Carmignano Docg 2015

Grumarello Carmignano Docg Riserva 2013