Una stagione al… femminile
Mercoledì 21 marzo ore 19,31 SignorVino
Via dei Bardi 46r (Ponte Vecchio) – 055 286258
Menù dalla cucina di SignorVino Firenze
ingresso 30 euro tutto compreso
INFO E PRENOTAZIONI: info@firenzespettacolo.it – riceverete conferma scritta – 055 212911
Arriva la Primavera – dopo un freddo inverno! – e non potevamo non festeggiarlo alla nostra maniera! Mercoledi 21 marzo torniamo da SignorVino sul Ponte Vecchio, nel cuore di Firenze, per festeggiare la nuova stagione e il vino al femminile, forse la più bella novità del vino italiano degli ultimi anni.
Quella cui assistiamo è una vera e propria rivoluzione femminile del vino che ha mosso i primi passi con la seconda generazione erede dei padri fondatori degli anni ’70. All’inizio sono state le donne, mogli e figlie, delle famiglie del vino a rimboccarsi le maniche per portare il loro contributo in questo mondo maschile, laddove non solo in vigna, ma tra le barrique e i tini non erano ben viste, quasi come nelle superstizioni. Eppure, iniziando da zero dopo studi e gavetta, con talento e competenza, le produttrici italiane hanno affermato la loro idea di qualità, diventando un’eccellenza del made in Italy, declinata al femminile.
Dalla Sicilia all’Alto Adige, passando per Campania, Lombardia, Umbria, Toscana, Veneto e Friuli, le donne del vino sono sempre più numerose e raggiungono traguardi ambiziosi. Fare vino significa sudore, fatica, turni massacranti soprattutto durante la vendemmia ma in generale è un lavoro che non da tregua e richiede costanza e forza fisica e mentale fuori dal normale. Fare il vino era per traslato agricolo un mestiere maschile al 100%: una visione che tiene conto solo di un aspetto del lavoro in cantina e nata ai tempi in cui l’Italia e il mondo in genere aveva più occupati in agricoltura che in tutto il resto. Oggi fare e vendere vino richiede non solo doti di resistenza, ma competenze relazionali e empatiche dove le donne mostrano diverse marce in più, e non stupisce che abbiano finito per eccellere. I motivi spesso risiedono nella capacità di leggere il mercato e il territorio in maniera più innovativa e laterale dei colleghi maschi, spesso ancorati ad una tradizione che diventa più custode che motore del vino…
Il bere al femminile, l’altro aspetto legato a donne e vino è sempre stato facile preda invece dei clichèe più scontati, ma raccontando alcune delle storie dietro il femminile del vino si scopre un mondo correlato a come vengono vissuti i ruoli nella società e condizionato dalle nostre diverse fisiologie. Si può davvero quindi raccontare di donne e dei vini che producono senza cadere nei luoghi comuni dei “vini che piacciono alle donne”? Crediamo di no e allora prima di assaggiare e degustare insieme i vini delle nostre produttrici occorre forse tornare sull’argomento usato e abusato da tanti comunicatori, ma anche da osti e sommelier, che alcuni vini siano “femminili” indicando con questo vini più piacioni, dolci e in qualche modo più facili da degustare e da apportare. Noi di God save The Wine non abbiamo mai voluto usare il termine di vino “femminile”, ma prima di sostenere che i “vini femminili” non esistono è forse il caso di rammentare alcune nozioni di fisiologia spicciola facilmente dimenticate.
Ad esempio: sapevate che le donne hanno quattro tipi di coni cromatici invece dei 3 (rosso, verde e blu) che hanno gli uomini? Questo quarto fotorecettore conferirebbe al sesso femminile maggiore capacità di discriminare sfumature di colore nella sezione rossa dello spettro visivo. In pratica, alcuni tipi di rosso hanno un fascino particolare che noi uomini non riusciamo proprio a vedere: siamo convinti che più il vino sia scuro più piaccia alle nostra compagnia femminile, mentre invece si tratta di una sfumatura impercettibile che in alcuni vini è presente e in altri no. Nel caso maschile la preferenza verso vini scuri e concentrati parrebbe legata a retaggi ancestrali dell’uomo raccoglitore che aveva un vantaggio selettivo nel riconoscere i frutti più maturi (più rossi) rispetto a quelli più acerbi.
Altro aspetto fisiologico importante, la differente sensibilità al retrogusto amarognolo e all’amaro in genere, che nelle donne è avvertito maggiormente. Non serve solo a spiegare il maggior consumo maschile di birra, ma anche il fatto che le donne paiono preferire vini rossi più morbidi e meno acidi o tannici rispetto agli uomini. Quando invece si nota che se è lei a scegliere il vino al ristorante spesso non ordina un Amarone, ma un Barolo o un Brunello di ottima annata, vini dove i tannini e le sensazioni dure e forti non hanno certo un ruolo di secondo piano.
Tante quindi le idee da verificare sul campo e durante la nostra serata siamo sicuri che avrete modo di approfondire la questione calice dopo calice discutendo con le produttrici presenti, assaggiando i loro vini e confrontandosi con gli altri appassionati winelovers di God Save the Wine!
Aziende protagoniste:
Pedrotti, Torino
Bortolomiol, Valdobbiadene
Valentina Cubi, Valpolicella
La Mancina, Colli Bolognesi
Nativ, Irpinia
Latrari, Trentino
Roeno, Brentino Belluno
Partecipano all’evento anche altre aziende: seguiteci su firenzespettacolo.it, su godsavthewine.com e sulle nostre pagine Facebook per conoscere nuovi arrivi e aggiornamenti!
GOD SAVE THE WINE
Festival promosso da Firenze Spettacolo – Direzione artistica Andrea Gori
organizzazione PromoWine di R. Chiarini
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