Si sta avvicinando il momento della consacrazione di Tommaso Squarcia e del suo Castello Tricerchi e l’arrivo dell’attesissima annata 2015 (in anteprima assoluta per un festival) nei bicchieri ci farà capire di che pasta è fatto il loro sangiovese. Quello di Tricerchi è un castello tra i più belli di quanti se ne trovano in Toscana ed è la casa di un Brunello da poco rinnovato con alla guida la nuova generazione della famiglia Squarcia. La tenuta si estende sul versante nord, quello in maggior spolvero negli ultimi anni, di Montalcino per 400 ettari, 13 dei quali coltivati a vigneto. Al centro si erge il Castello, costruito nel XIII secolo dalla famiglia Altesi, e completato nel 1441 dalla famiglia Tricerchi, un importante baluardo per i pellegrini che lungo la via francigena si recavano a Roma.
La famiglia Tricerchi faceva parte dell’oligarchia senese, come testimonia la sua appartenenza al Monte dei Nove che a partire dal XII secolo monopolizzò il potere a Siena. Suoi componenti furono Provveditori delle Biccherne, Corpo riconosciuto dalla Costituzione, che si occupava delle finanze della Repubblica, e faceva capo ai Monaci di San Galgano (ritenuti, in quanto tali, più difficilmente corruttibili). Sotto il Granducato, essi furono elevati al rango nobiliare e continuarono a svolgere importanti mansioni al servizio dell’organizzazione pubblica, dal reclutamento all’approvvigionamento, alla cultura. Carlo Tricerchi, nel XVII secolo, fu mecenate e si dedicò alla cura delle arti. Ne è testimonianza un quadro realizzato nel 1650, ispirato alla natività, che lo ritrae con la famiglia. Nel 1820 l’ultima dei Tricerchi, Porzia, andò in sposa al barone Finetti. Non avendo discendenza diretta, il Castello passò ai nipoti Falzacappa e da Maddalena (Nena) al primogenito Giulio (Iulio) Squarcia.
Parliamo proprio con Tommaso Squarcia di cosa possiamo imparare dal vino nei prossimi mesi:
Torniamo tutti a studiare da appassionati veri del vino e per una volta facciamo a meno della formazione “classica”: quale è la più grande lezione che un appassionato di vino dovrebbe (ri)scoprire in questo autunno?
Il mondo del vino è ormai ricchissimo di grande qualità e vini sempre più precisi. La più grande lezione che, in prima persona, da appassionato sto riscoprendo, è quella di apprezzare un vino senza valutarne gli aspetti tecnici, ma solo ed esclusivamente valutandone il lato comunicativo, emotivo, apprezzandone ogni assaggio. 🙂
Fabio Barbaglini è uno dei talenti più puri della cucina italiana e tra i suoi piatti più significativi possiamo evocare tre iconiche ricette come il Riso al cavolo nero, polvere di alghe, agrumi e crostacei, l’Uovo croccante ai cereali con emulsione di olive verdi al dragoncello, crema di capra fresca, olio all’erba cipollina e cipollotti fritti e il sontuoso Piccione e capperi con insalata di cipolle, finocchi e acciughe. Quale dei vostri vini abbinereste ai tre piatti e perché?
Senza dubbio abbinerei su tutti i piatti il nostro Rosso di Montalcino 2017, per accostamenti bilanciati e che non sovrastino i sapori dei piatti.
Vini in degustazione:
IuLi’o Sangiovese 2018
Rosso di Montalcino 2017
Brunello 2013
Brunello 2015
Castello Tricerchi – Località Altesi, Montalcino (Si) – 0577 1912361 – www.castellotricerchi.com – info@castellotricerchi.com