Subito al di fuori delle classiche rotte enoturistiche ma di una bellezza unica e spesso incontaminata troviamo la Val d’Orcia che dal 2000 ha avuto la sua DOC.
Una zona composita: le colline che danno origine al vino pieno, schietto ed elegante tipico della denominazione appartengono a tredici comuni diversi. Piccoli paesi, ognuno fiero della propria individualità, ma allo stesso tempo accomunati dalla presenza dell’imponente mole del Monte Amiata, dall’antica Via Francigena e quindi da una storia condivisa. Non a caso, presso i produttori di vino si riscontra un simile frammisto di indipendenza di spirito e senso di appartenenza.
Ne è esempio l’azienda Campotondo di Paolo Salviucci, ora affiancato dalla figlia Elena. Quando nel 2000 Paolo decise di avviare la sua attività, scelse come luogo ideale non una frazione confinante con i grandi vini già famosi, ma il nativo comune di Castiglione d’Orcia, noto per la qualità dell’olio extra vergine d’oliva. Piantò il primo vigneto appena fuori dal borgo medievale di Campiglia d’Orcia, che sovrasta la valle circostante da un’altitudine di 800 metri. Campotondo nasce quindi in una micro zona inconsueta. Paolo intuì che la poca profondità dei terreni argillosi avrebbe impedito una eccessiva vigoria di vegetazione della vite a scapito della frutta, che lo scheletro minerale poteva impartire al vino rigore ed eleganza, e che la ventilazione della quota a 500 mt prometteva uva sana e maturata a dovere. La scelta dell’alberello come metodo di coltivazione ha permesso di investire da subito in qualità e oggi i vini hanno acquisito maggior modernità e stile risultando di una piacevolezza naturale intrigante e stimolante per sangiovese e colorino, ma anche per chardonnay e cabernet, a suo agio in questa zona magica della Toscana.
La vita rinasce nel vigneto e nelle città a Maggio, dedicato da sempre al culto arboreo e alla rinascita del ciclo vitale della natura. È un momento di rinascita anche per la comunicazione del vino e della voglia di assaggiarlo e approfondirlo… Quale è il tuo vino che più incarna lo spirito “maggese”?
Tra i nostri vini quello che maggiormente incarna l’idea della rinascita/primavera forse è il nostro Chardonnay Tavoleto proprio perché lascia la cantina in questo periodo e si affaccia sul mercato con la bella stagione. È anche quello che ci permette di uscire dalla comfort zone della comunicazione del vino perché ci spinge a raccontare il senso di un vitigno internazionale nell’ambito di un progetto territoriale come è Campotondo.
Saremo a Roma e Firenze, snodi internazionali e storici, con la cucina emozionale del 25hours hotel e quella creativa-tradizionale italiana-romana dell’Hotel de La Ville con Pierangelini ai fornelli: quali sono gli abbinamenti più azzeccati che ricordi con i tuoi vini con la cucina italiana? E con piatti esotici?
Per i rossi Orcia doc a base di sangiovese gli abbinamenti più azzeccati sono senza dubbio quelli territoriali, da un picio al ragù di chianina a un filetto di cinta senese. Per lo Chardonnay possiamo osare di più e anche la cucina esotica trova un suo connubio perfetto. Vale la pena con un buon Pad Thai!
Vini in degustazione
Tavoleto, Bianco IGT Toscana 2021
Mezzodì, Rosso Orcia DOC 2020
Banditone, Rosso Orcia DOC 2019
Il Tocco, Rosso Orcia Sangiovese Riserva 2018
Cantina Campotondo – C.S. Campotondo, 7 – 53023 Campiglia d’Orcia, Castiglione d’Orcia (Si) – 320 8591247 – www.cantinacampotondo.it