ll borgo medievale di Castello di Albola sorge in cima alle splendide colline chiantigiane, in un luogo incomparabile per il fascino della storia, le suggestioni dell’arte e per il contesto agro-paesaggistico di insuperabile armonia. Appartenuta alle più nobili famiglie toscane, dagli Acciaioli ai Samminiati, dai Pazzi ai Ginori Conti, dal 1979 è di proprietà della Famiglia Zonin. Il primo impegno è stato portare ad un livello produttivo di alta qualità le vigne, per poi procedere alla sistemazione dei casolari e della bellissima villa padronale con le due torri massicce del castello medievale. Ristrutturati anche i manufatti rurali oggi destinati alla ricettività. Edificata la nuova cantina, armonizzata nel paesaggio dove si estendono i suoi 900 ettari, di cui oltre 125 coltivati a vite e oltre 4 mila piante di olivo. I vigneti storici di Selvole, Capaccia, Madonnino, Ellere, Marangole, Mondeggi, Sant’Ilario e Acciaiolo sono ad un’altitudine tra i 350 e i 550 mt e prendono luce, come si dice in Chianti, “da sole a sole”. Il vigneto simbolo di Albola è la vigna Il Solatio che si inerpica su di una pendenza mozzafiato su un terreno di sasso tra i 550 e i 580 mt e ha dato vita ad una sua “Gran Selezione” da poco affiancata da quella “Santa Caterina” che invitiamo a scoprire durante la nostra serata.
Torniamo tutti a studiare da appassionati veri del vino e per una volta facciamo a meno della formazione “classica”: quale è la più grande lezione che un appassionato di vino dovrebbe (ri)scoprire in questo autunno?
Che non sempre il vino di grido o di denominazione superiore è quello adatto ad abbinarsi con il piatto. Provare e divertirsi, capire quali sono le caratteristiche che ci danno piacere nei vini senza preconcetti dovrebbero guidare le nostre esperienze enologiche ed enogastronomiche.
Fabio Barbaglini è uno dei talenti più puri della cucina italiana e tra i suoi piatti più significativi possiamo evocare tre iconiche ricette come il Riso al cavolo nero, polvere di alghe, agrumi e crostacei, l’Uovo croccante ai cereali con emulsione di olive verdi al dragoncello, crema di capra fresca, olio all’erba cipollina e cipollotti fritti e il sontuoso Piccione e capperi con insalata di cipolle, finocchi e acciughe. Quale dei vostri vini abbinereste ai tre piatti e perché?
Usando l’immaginazione – in quanto non avendo assaggiato i piatti è un po’ difficile capire se l’abbinamento funziona davvero – al Riso, il Poggio Alle Fate, la cui acidità e freschezza si dovrebbero ben sposare con gli agrumi e i crostacei, e possibilmente la parte minerale sorreggere il gusto deciso del cavolo nero. Con l’uovo userei lo stesso vino, nella speranza che la crema di capra non sia troppo prevalente. Chianti Classico 2016, ricco di acidità e con una struttura non troppo esplosiva dovrebbe abbinarsi perfettamente con il piccione, che essendo una carne gustosa ma non eccessivamente pesante potrebbe essere penalizzata dalle strutture maggiori, anche se mai troppo impegnative, della Riserva e del Gran Selezione.
Vini in degustazione:
Poggio alle Fate 2018 (Chardonnay Toscana IGT)
Chianti Classico DOCG 2016
Chianti Classico DOCG Riserva 2016
Santa Caterina Chianti Classico Gran Selezione 2016
Castello di Albola – Località Pian D’Albola 31 – Radda In Chianti (Si) – 0577 738019 – www.albola.it