Dal Giappone più vero, il sake migliore per un’esperienza di qualità, questo il motto della Firenze Sake di Giovanni Baldini che da pochissimo si è lanciato in questa entusiasmante avventura che apre nuovi mondi agli appassionati di God Save the Wine!
Secondo Giovanni, bere nihonshu è prima di tutto una ricerca e nello stesso tempo, una scelta di stile. Nei viaggi in Giappone cerca le cantine con le quali condivide valori e affinità, cercando di riportare in Italia non un prodotto ma un’esperienza di qualità. La scelta è su piccole cantine a conduzione familiare che garantiscono esperienza secolare nel rispetto delle tradizioni. Cantine radicate nel territorio che si tramandano di padre in figlio, dove l’uomo si coniuga con la natura con il lavoro quotidiano. La sua missione è contribuire ad allargare gli orizzonti di una tradizione millenaria giapponese con un nuovo e duraturo sodalizio made in Italy e da noi trova sicuramente entusiasmo e interesse, vero? Parliamo con Giovanni del bere rock oggi!
Vino e Rock, quali i punti a comune? Se il rock è ribellione, lo è anche il vino? Oppure sono due elementi inconciliabili? Perchè tra gli amanti del rock ci sono tanti appassionati di vino?
Il sake giapponese è una alternativa. Avere una alternativa significa avere una scelta. Una scelta vuole dire, da sempre, libertà. Il rock lo è nella musica. Il sake artigianale nelle tradizioni del bere. È fatto di momenti quotidiani e lavorazioni che non permettono un attimo di respiro. La produzione di sake artigianale non accetta di aspettare. La natura attraverso la fermentazione deve seguire il suo corso, non si può fermare!
Cucina Southern Comfort Food e vino pare un matrimonio davvero difficile…c’è un tuo vino ideale per qualche abbinamento alla cucina dell’Hard Rock Cafe? (il legendary burger con salsa barbecue, gli involtini vegetariani, le costine di maiale in agrodolce, i nachos formaggio e peperoncini…)
La cantina che presentiano è la Tomita Shuzo Inc. che oltre 200 anni produce sake nel centro del Giappone sulle rive del Lago Biwa nella Prefettura di Shiga. Ad oggi si regge sulle spalle di un giovane proprietario, Tomita, e dei suoi sei giovani operai. Trovare in pieno inverno sette ragazzi che scelgono di svegliarsi la mattina alle quattro o addirittura non dormire per rimanere a produrre il sake in queste notti fredde e gelide significa trovare dei rivoluzionari. Sette samurai che si ritrovano nella cantina a lavorare nella penombra per seguire i momenti della fermentazione vuol dire toccare con mano la forza rock del lavoro.
Vino e Rock, se un tuo vino fosse una canzone rock quale sarebbe? (faremo una compilation su Spotify con le vostre selezioni!)
Come un tuono che rompe gli schemi. Ragazzi che rinunciano al richiamo delle metropoli come Tokyo o Osaka per scegliere, attenzione ho detto scegliere, di vivere il sake…bè non è da tutti… Il loro sake in effetti riporta in vita ideali di gusto tradizionali che ben accompagnano i pensieri moderni di rottura con il mondo. Siamo in presenza di un sake artigianale ricco di umami che ben accompagnano cibi al sapore di barbecue siano essi carni o verdure e piatti saporiti in genere. La canzone è quindi Thunderstruck degli AC/DC L’alternativa è sempre una scelta. La birra, il vino… ed il sake giapponese.. Oggi chi è più rock di chi dedica una vita alle tradizioni?
Sake in degustazione:
TOMITA SHUZO INC
Shichihonyari Daiginjo
Shichihonyari Junmai Ginjo
Shichihonyari Junmai
Firenze Sake di Giovanni Baldini – firenzesake.com – info@firenzesake.com