Nativ – The St. Regis Florence – Giovedì 1 febbraio 2018

Siamo nel cuore di Paternopoli, in provincia di Avellino, sulle colline irpine abitate sin dai tempi antichissimi dai sabini quindi dai Romani. Siamo nell’Agro Taurasino, incluso nella DOCG per la produzione di Taurasi grazie alla fertilità dei suoli vulcanici: un terroir ideale per l’allevamento della vite. Il nome NATIV è nato per rappresentare, attraverso le produzioni di vini autoctoni, l’origine della viticoltura italiana. Le uve coltivate in questi vigneti da vigne secolari rappresentano un emblema della cultura italiana, e il vino rispecchia, meglio di ogni altro prodotto, il “made in Italy”. In tutto 15 ettari vitati, lavorati seguendo il metodo con contro spalliera allevata a guyot con una parte rilevante delle vigne situata a sud-est, lungo la dorsale che unisce Castelvetere sul Calore a Paternopoli, passando per Montemarano e Castelfranci. La vicinanza dei monti Piacentini e il clima continentale creano le condizioni per una viticoltura pedemontana. Le escursioni termiche determinano una raccolta tardiva a novembre, creando vini ricchi di alcool e estratti, tannini e acidità che hanno bisogno di affinamenti più lunghi per manifestare il loro potenziale. Paternopoli vanta esposizioni migliori con vigne verso sud sud-ovest tra i 450- 550mt, su giaciture tufacee e sabbioso-calcaree. La cantina è dotata delle più moderne attrezzature per la vinificazione, dall’affinamento alla conservazione, anche se si ha la consapevolezza che la più avanzata tecnologia non può sostituirsi alla natura, in quanto il buon vino trova, come presupposti irrinunciabili, la qualità del terreno, il particolare microclima.
Responsabile della produzione è Mario Ercolino che ha condotto un progetto in collaborazione con l’Università di Milano che ha permesso di datare alcuni vigneti autoctoni presenti in un’area delimitata sulle colline del Taurasi, risalenti a ben 200 anni fa. La longevità li caratterizza per il loro essere alti due metri, tanto da sembrare alberi: sono tra i pochi vitigni sopravvissuti alla Fillossera, un parassita che ha distrutto quasi tutti i vigneti europei alla fine del XIX secolo.

Parliamo con Roberta, la direttrice di un progetto quasi tutto al femminile, del loro 2018.

L’anno che verrà: raccontaci come sarà il tuo 2018 in vino e quali prospettive ci sono per quello che avremo nei nostri bicchieri in questo anno che sta iniziando.
Nativ lancerà il prossimo anno un restyling delle etichette per dare alla linea un filo conduttore che, conciliando i tratti originari con tecniche di realizzazione e materiali innovativi, vuole trasmettere la ricercatezza per la realizzazione di un prodotto unico ed originale, con caratteristiche inequivocabili. In più due progetti speciali per rappresentare i sentori campani con uno stile differente dal tradizionale. Il primo è Suadens Rosso, per riscoprire antichi vitigni della Campania; la seconda novità la potete assaggiare durante la serata, ovvero il Centoviti, un Rosato Campania IGT, frutto di vinificazione in bianco di pregiate uve di Aglianico raccolte da vitigni bicentenari. Un vino ricercato, disponibile in quantità limitata, da pochi vitigni longevi sopravvissuti alla fillossera degli anni ’50.

Nei piatti avremo la possibilità di assaggiare il tocco speciale e la sensibilità di Valeria Piccini per le materie prime, tra Passatina di ceci e calamaretti, Pappa al pomodoro e alici marinate, Tortelli di baccalà e patate, Risotto con soppressata e pistacchi, Acqua cotta maremmana, zuppa inglese, Cioccolato, liquirizia e frutti esotici. Avremo molte suggestioni: quali tuoi vini vedresti bene abbinati su questa cucina così particolare?
Tra gli autoctoni DOCG annoveriamo un Taurasi DOCG, che con il suo lungo affinamento per 24 mesi in barrique di rovere francese si presenta come un vino molto concentrato, denso al palato, con bouquet speziato, note floreali e di frutta matura, un vino per piatti impegnati e di carne o anche sul risotto di soppressata e pistacchi. Segue il Greco di Tufo DOCG, bianco fresco, note minerali, apprezzato per la persistente aromaticità. Al naso note di nespola, albicocca, pesca e camomilla da sposare con tortelli di baccalà e patate. Più dolce e morbido al palato, Il Fiano di Avellino DOCG, ottimo per aperitivi e carni bianche: equilibrato, strutturato, con sentori fruttati di pera kaiser, mela, da provare sulla passatina di Ceci e Calamaretti.

Vini in degustazione
Fiano di Avellino DOCG 2015
Greco di Tufo DOCG 2015
Centoviti Campania Rosato IGT 2016
Irpinia Aglianico DOC 2015

Nativ – Contrada San Nicola, 15 – 83052 Paternopoli (AV) – www.winenativ.it/