La Part des Hommes – Genova e Firenze – Venerdì 14 e Giovedì 27 settembre 2018

Ecco una distribuzione giovane ma con le idee molto chiare che siamo ben felici di presentare ai winelovers di God Save the Wine in esclusiva per la Toscana! Partiamo dal nome: la “parte degli angeli” è definita tradizionalmente la porzione di liquido che evapora attraverso le doghe delle botti dei vini e dei distillati durante il loro affinamento in cantina. Ciò che rimane, quello che troviamo nei bicchieri è appunto “la part des hommes”…

Daniele e Francesco sono la mente e il braccio di agenzia di importazione dalla Francia ma non solo.

Arriva l’autunno e il vino francese si prepara ad un’altra stagione dove dovrà dimostrare di essersi saputo rinnovare come comunicazione e approccio al mercato: con quale vino vi presentate al “ritorno a scuola”? Su cosa punterete per l’immediato futuro?
Dopo i “corsi e ricorsi” storici e critici che hanno visto i vini grassi e rotondeggianti degli anni 90′ soppiantati dal mantra della bevibilità e della verticalità, non sarebbe forse il caso, spogliandosi di pregiudizi, di ponderare stili più propensi a una sintesi tra i due approcci? E questo non sarebbe forse più in linea con le profonde mutazioni climatiche in atto ovunque e alle conseguenti ricadute in termini di concentrazione e maturazione delle uve? Se accettassimo tale premessa noi riterremmo opportuno proporre (tra altri) gli Chablis del Domaine Lavantureux e gli Chardonnay di Jean Thevenet del comprensorio di Mâcon. Entrambi rappresentanti di una cifra stilistica in cui i presupposti di eleganza e dinamica gustativa convivono con elementi di avvolgenza e concentrazione. Con i cambiamenti climatici in atto, in Borgogna come altrove, questo tipo di “letture” si potrebbero rivelare in alcuni casi come una via d’uscita per gli interpreti del terroir fedeli allo spirito dei millesimi. “Last but not least” se volessimo tentare un abbinamento di uno o più piatti in quest’ottica mi verrebbero alla mente certe preparazioni della tradizione lionese a base di luccio come la “quenelle” o altre in cui è presente l’ intensa mineralità delle interiora (…un inno alla leggerezza!)l.

Cambiamenti climatici e surriscaldamento. Quale futuro per l’enologia francese?
Secondo uno studio pubblicato nel 2016 dagli anni Ottanta fino ad oggi i vini francesi avrebbero beneficiato dell’aumento delle temperature con precoci maturazioni e un aumento del corredo tannico delle uve. Sempre secondo tali ricerche sarebbe tuttavia già iniziato un inesorabile e costante processo involutivo al punto tale che nell’arco di pochi anni le colline calcaree e gessose di South Downs nel sud dell’Inghilterra sarebbero potenzialmente in grado di produrre vini qualitativamente simili a quelli della Champagne. Uno smacco umiliante per il mito del terroir! Ovunque nel mondo si potrebbero ipotizzare scenari completamente rivoluzionati per la geografia del vino. La vocazione della californiana Napa Valley insidiata dai vigneti del Michigan e Montana, e la Tasmania prossima a soppiantare la Borossa Valley. Se i modelli teorici di tali ricerche non fossero smentiti dal trend termico in atto, già intorno al 2050 le regioni francesi di Bordeaux, del Rodano e della nostra Toscana vedrebbero decrescere la produzione dell’85% con inesorabile e irreversibile flessione qualitativa dei vini e del loro patrimonio di tipicità.
Un quadro eufemisticamente preoccupante ridimensionato solo in parte da altri autorevoli studi. Emblematico sotto questo aspetto l’esempio del comprensorio di Chablis dove ardue maturazioni al limite dell’umana sfida hanno recentemente lasciato il posto a raccolte anticipate di frutti con maturazioni precoci. Proprio mentre scrivo questo brano nel cuore dell’estate un nostro amico produttore ci ha contattato per raccontarci della soppressione delle brevi vacanze previste con la moglie, essendo le uve in vigna presso la Côte de Lechet già in fase di maturazione incredibilmente avanzata per un inizio di agosto.

Avremo uno degli chef più famosi e comunicativi d’Italia, Alessandro Borghese, come consulente per il food della serata, raccontaci il piatto o la situazione più particolare cui hai visto abbinare il tuo vino.
Facendo rientro in Italia dopo un breve viaggio a Chablis e Mâcon abbiamo fatto tappa nel Beaujolais ospiti di Rémy Dufaître, talentuoso ed eccentrico vigneron pupillo da sempre del grande interprete del Gamay, Jean Foillard. Le soste a casa di Remy sono sempre memorabili: abbiamo visto l’atterraggio sulla griglia di tre sontuose bistecche di razza” Charolaise” da due portate di “quenelles al luccio” e animelle in padella. Da qui la decisione di coinvolgere alcune bottiglie-campione: Chablis “village” 2015 del Domaine Lavantureux e la Cuvée E.J.Thevenet 2008 del Domaine de la Bongran, due versioni di Chardonnay che offrono una lettura di questa varietà morbida, avvolgente, sapientemente calibrata dal legno senza scadimenti caricaturali, in un quadro di tensione minerale mutuato da due fra i grandi territori della Borgogna bianchista. Fermo restando la soddisfacente e fortuita combinazione tra le animelle infarinate e spadellate e questo lodevole Chablis dall’impostazione più moderna che “chablisienne”, è dall’incontro tra il Viré Clessé di Jean Thevenet e la quenelle al luccio che è scaturito il maggiore entusiasmo tra i commensali. La quenelle è un piatto della tradizione lionese che appare un ibrido tra i nostri gnocchi e i canederli tirolesi. Preparato con le carni di un trancio del luccio assimilate a una purea ottenuta da uova, latte, panna, farina e, per eccesso di sobrietà, il grasso dei rognoni di vitello in alternativa al burro(!). L’incontro di questa preparazione con le eleganti note mature di miele, pesca in confettura e sbuffi di tartufo del nostro vino, sorrette e ritmate da una esemplare acidità, hanno concluso un quadro gustativo di grande piacevolezza che ricordiamo con spirito malinconico.

Vini in degustazione a Bristol Palace, Genova e a Obicà, Firenze
Champagne Extra brut DiMangan, Florence Duchêne, (Cumières Valle de la Marne)
Chablis 2016, Domaine Lavantureux (Lignorelles)
Domaine de la Bongran “Cuvée E.J.Thevenet 2012” J Thevenet (Viré Clessé -Mâcon)
Silex rouge Pinot noir 2016 Domaine Delaporte (Chavignol -Sancerre- )
Pommard 2015, Domaine Mussy, (Pommard, Côte de Beaune)

La part des hommes – Bologna – Via Zamboni, 50 – lapartdeshommes@gmail.com – dir. Daniele Villa danielepartdeshommes@gmail.com